
Il territorio di riferimento è quello collinare nel Comune Costigliole d’Asti, nell’area geografica della Regione Piemonte compresa tra il Monferrato e le Langhe.
Queste colline hanno una vocazione viticola storicamente documentata.
“Fonti storiche del Marchese Filippo Asinari di San Marzano, grande diplomatico e viticoltore di Costigliole d’Asti, vissuto in epoca napoleonica, ci testimoniano che egli, dopo aver sperimentato gli impianti di molti vitigni provenienti anche da Francia e Spagna definì la Barbera come il vitigno autoctono per eccellenza. Queste stesse fonti raccontano che in quell’epoca, sempre il vino Barbera, fosse quello che in assoluto dimostrava stabilità in occasione di trasporti molto lunghi, arrivando ad essere esportato fino in Sudamerica in botti di legno.” [1]
L’azienda è composta complessivamente da 18 ettari di terreno e, all’interno, si alternano vigneti (circa 6 ettari), boschivo, seminativo e incolto.

Le vigne
Le vigne sono distribuite in località diverse tra loro, in zone da sempre deputate al vigneto, dove vengono tutelate piante molto vecchie (alcune hanno più di 90 anni) che hanno bisogno di coltivazioni dedicate, non invasive e altamente professionali.
Barla

Situata nel Comune di Mongardino d’Asti (230 mt s.l.m.), l’impianto del vigneto, di 2 ettari e 300 m, risale intorno al 1928 con una prevalenza di biotipi di Barbera.
L’esposizione è a sud-est.
Il suolo è caratterizzato dalla presenza di marne e sabbie astiane.
Il sistema di allevamento è in parte ad alberello (gobelet) ed in parte a spalliera.
Achille e Colletto

Situata nel Comune di Costigliole d’Asti (250 mt s.l.m.), l’impianto del vigneto, di circa 2 ettari, risale intorno al 1950 con una prevalenza di biotipi di Barbera e Nebbiolo.
L’esposizione è a sud-ovest.
Il suolo è caratterizzato dalla presenza di marne e sabbie astiane.
Il sistema di allevamento è a spalliera.
Bricco

Situata nel Comune di Costigliole d’Asti (250 mt s.l.m.), l’impianto del vigneto, di circa 0,7 ettari, risale intorno al 1950. E’ una vigna sperimentale dove vengono osservati il comportamento del suolo e l’allevamento di vitigni storicamente coltivati con qualche confronto con vitigni internazionali. (Barbera, Freisa, Balsamina, Uvalino, Cabernet, Nebbiolo).
L’esposizione è a sud-ovest.
Il suolo è caratterizzato dalla presenza di marne e sabbie astiane.
Il sistema di allevamento è in parte ad alberello (gobelet) ed in parte a spalliera.
Ciabot del Moreto

Situata nel Comune di Santo Stefano Belbo (230 mt s.l.m.), l’impianto del vigneto, di circa 1 ettaro, risale al 1950 con una prevalenza di biotipi di Moscato.
L’esposizione è a sud-est.
Il suolo è caratterizzato dalla presenza di marne, sabbie e limo.
Il sistema di allevamento è in parte ad alberello (gobelet) e in parte a spalliera.
Lavoro in vigna e cantina


Nelle vigne la conduzione è prevalentemente manuale e artigianale con l’ausilio di una meccanizzazione leggera che evita un eccessivo compattamento del terreno.
La qualità del terreno è dunque una priorità da salvaguardare insieme alla longevità degli impianti esistenti.
Nella difesa si utilizzano all’effettivo bisogno rame e zolfo.
Nel caso di annate con eccezionali condizioni negative per andamento climatico si rinuncia parzialmente alla produzione. (Es. vendemmia 2014)
La fase più impegnativa è la decisione vendemmiale che deve riassumere i massimi valori per il futuro potenziale del vino.
Le uve scelte vengono ammostate e la lunga fermentazione spontanea si protrae da uno a due mesi intervallata da opportune follature.
Il vino viene successivamente seguito con travasi periodici per un allevamento di circa tre anni in botti di legno prima dell’imbottigliamento.
Nessun tipo di additivo viene utilizzato compresa l’anidride solforosa.
[1] Costigliole d’Asti: visione storica e profilo contemporaneo / Giuseppe Bologna, Chiara Veglia. – Asti : Amico, 1999 (p. 215).